Con poco più di 40 giorni a separarci dalla data delle elezioni politiche, riteniamo utile proporre una breve riflessione su quello che dovrà essere il ruolo del Partito Democratico metropolitano in questa decisiva campagna elettorale.
Qualsiasi considerazione deve necessariamente partire da un’analisi del contesto e della legge elettorale con cui andremo al voto. Come noto, la legge Rosato (L. 3/11/2017, n. 165) disegna un sistema “misto”, composto da una parte di proporzionale (liste bloccate corte, che permettono una facile riconoscibilità dei candidati di ogni schieramento) e da una parte di maggioritario (collegi uninominali da circa 200.000 elettori, da assegnare al candidato della coalizione vincente a livello locale).
Il voto è unico: con un solo segno si attribuisce una preferenza al candidato uninominale e alla lista (o alla coalizione) ad esso collegato. Per evitare che i voti vengano redistribuiti tra tutte le liste della coalizione, dovremo far capire ai nostri elettori l’importanza di tracciare il segno sul simbolo del PD, anziché sul nome del candidato di collegio. È altrettanto importante ribadire che non è previsto il voto disgiunto: votare una lista diversa da quelle che sostengono il candidato uninominale prescelto comporta l’annullamento della scheda.
Il territorio metropolitano di Firenze è distribuito, alla Camera, su 4 diversi collegi uninominali e 1 circoscrizione plurinominale, mentre al Senato su 2 collegi uninominali e 1 circoscrizione plurinominale.
Una delle conseguenze di questo sistema elettorale, e in particolare della previsione di collegi uninominali, è l’incentivo a correre in coalizione con altre forze politiche. Non tutte le liste con cui saremo alleati, ad oggi, hanno la certezza di raggiungere il 3%, soglia che permetterà loro di accedere alla ripartizione dei seggi a livello nazionale. Alla luce di questo, sono comprensibili le richieste da parte dei nostri alleati di candidare alcuni dei loro esponenti di primo piano anche nei collegi della nostra area metropolitana. Questo, tuttavia, non significa la disponibilità ad accettare candidati “paracadutati” privi di legami col nostro territorio. Allo stesso modo, riteniamo doverosa una forte presenza di esponenti del nostro partito anche nei collegi uninominali, tenendo conto anche delle sue diverse anime interne.
I nostri deputati e senatori uscenti hanno dimostrato, nella legislatura appena trascorsa, il necessario radicamento e la giusta disponibilità a farsi interpreti delle problematiche locali, con la capacità di fornire spesso risposte importanti. Tale disponibilità a mantenere un contatto diretto e personale non dovrà venire meno nella prossima legislatura, in particolare per chi sarà chiamato a “metterci la faccia” nei collegi uninominali. Il Partito Democratico metropolitano giocherà in questo il proprio ruolo, fungendo da raccordo tra gli eletti e i circoli locali.
Non è questa la sede per stilare pagelle né per proporre liste di nomi, ma siamo convinti che ci sarà spazio, nella compilazione delle liste dei candidati, per un giusto mix di esperienza e di nuove risorse da valorizzare. Su di un nome, tuttavia, vale spendere qualche parola: la disponibilità del Segretario nazionale Matteo Renzi a correre per il Senato nel collegio Firenze-Signa-Lastra a Signa-Scandicci-Impruneta è motivo di grande orgoglio e un’opportunità importante per fare da traino alla performance del PD in tutta l’area fiorentina.
Chi come noi ha scelto la politica per passione lo sa bene: le campagne elettorali sono la parte più divertente del “mestiere”, perché permettono di riportare in piazza le proprie idee e stare quotidianamente in mezzo alla propria comunità.
Questa, però, sarà una campagna elettorale particolare. Da una parte ci saremo noi, forza di governo e di progresso – tanto a Roma quanto nella grande maggioranza dei nostri Comuni. Dall’altra, due schieramenti che hanno già dimostrato quanto possono essere pericolosi per il nostro paese: un centrodestra targato Forza Italia-Lega Nord che dopo aver più volte fallito la prova del governo si ripresenta oggi con tratti ancora più xenofobi; e un “movimento-azienda” estraneo ai principi della democrazia (tanto quella interna quanto, più in generale, quella rappresentativa) e fondato sull’incompetenza al potere.
Sarà insomma un derby tra competenza e improvvisazione, tra lavoro e assistenzialismo, tra speranza e paura… in poche parole, tra futuro e passato.
Sarà determinante far vedere ai cittadini quanto di buono è stato fatto dai Governi Renzi e Gentiloni, ma anche ciò su cui siamo impegnati quotidianamente nelle amministrazioni locali e quanto è ancora in cantiere. I nostri amministratori, ed i Sindaci in particolare, dovranno quindi essere in prima fila, perché sono loro che più di ogni altro sapranno tradurre con esempi concreti ed in modo capillare le misure adottate dal Governo.
Il modo in cui Matteo Renzi ha impostato la campagna elettorale rappresenta, del resto, proprio la volontà di raccontare quanto raggiunto negli ultimi 4 anni e gettare le basi della futura azione di governo, correggendone gli aspetti più critici. Poche volte nella storia della Repubblica si era conosciuta una stagione di riforme tanto coraggiose – dal Jobs act agli 80 euro – in grado di farci tornare alla crescita e di toglierci l’etichetta di “ultimi della classe” in Europa. Pochissime volte nella storia della Repubblica avevamo assistito a conquiste tanto importanti nel campo dei diritti, dalle unioni civili alla legge sull’autismo, dal testamento biologico al dopo di noi, dal reato di tortura al divorzio breve. Non dobbiamo, non possiamo lasciare che questa pagina di buon governo si chiuda.
Questa è la prima campagna elettorale per le elezioni politiche in cui gli elettori tendono a dare più fiducia all’amico sui social che alle fonti istituzionali. Dobbiamo tenere ben presente questo dato, i nostri volontari devono diventare più credibili e più affidabili rispetto all’amico di Facebook che viralizza fake news. Dobbiamo invitare i nostri volontari a parlare al cuore delle persone. I numeri ed i dati sono utili, ma solo come supporto. Nell’attuale clima politico-sociale saremo credibili agli occhi delle persone se faremo in modo che le nostre idee vengano spiegate agli elettori da chi condivide i loro stessi problemi.
Dal punto di vista organizzativo, il Partito Democratico metropolitano, a partire ovviamente dal Segretario e dalla squadra della segreteria, sarà a completa disposizione per quanto riguarda il supporto organizzativo e logistico della campagna, ma i veri protagonisti dovranno essere i segretari di circolo e soprattutto quelli delle Unioni comunali. A loro sarà chiesto uno sforzo ed una responsabilità in più: dalla capacità dei segretari di mettere a frutto quel capitale inestimabile che sono i nostri iscritti dipenderà gran parte del risultato finale.
Questa volta potremo contare, inoltre, sulla rete dei volontari di sezione voluta dal Partito nazionale. Nella provincia di Firenze, contando anche l’Empolese-Valdelsa, siamo già a 769 volontari registrati e pronti ad andare porta a porta nella rispettiva sezione elettorale. Ciò che ci differenzia dagli altri partiti (a maggior ragione nella provincia di Firenze), è il capitale umano rappresentato dai nostri militanti: destre e populisti andranno in televisione a predicare le loro ricette, noi dobbiamo mettere a frutto le nostre forze andando casa per casa a smentirli e a raccontare le nostre proposte.
L’ossatura delle iniziative e degli incontri dei prossimi 40 giorni passerà come sempre dai circoli, affiancati dalla rete dei comitati elettorali da aprire sul territorio. A questo proposito, fa piacere sottolineare l’impegno di Matteo Renzi a stabilire il proprio comitato nella sede del Partito Democratico regionale e fiorentino di via Forlanini, che sarà a maggior ragione il centro della nostra organizzazione metropolitana.
Ora la palla passa a tutti noi. Convinciamo gli indecisi con la nostra competenza, con la nostra concretezza e con la nostra serietà… e a chi ci insulterà, rispondiamo con un sorriso. Non sarà facile, ma insieme possiamo raggiungere risultati importanti.
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